PAVIMENTI IN RESINA
IL POLIMERO
Le resine epossidiche sono polimeri termoindurenti contenenti nel precursore liquido l’anello epossidico a tre atomi.
Le resine epossidiche sono vetrose a temperatura ambiente e vengono quindi miscelate con due diluenti per abbassare la viscosità a livelli adeguato per l’impregnazione delle fibre. I diluenti sono stirene monomero e stirene ossido. La viscosità di una resina epossidica senza diluente può variare moltissimo. Da liquida a solida; di solito queste resine si presentano sotto forma di di-epossido, si tratta di quali reagiscono gli agenti leganti durante la polimerizzazione. I gruppi ad anello contribuiscono ad aumentare la rigidità e la resistenza al calore delle resine. Il processo di polimerizzazione è notevolmente diverso da quello di altre resine. Infatti vengono usati induritori.
Le resine epossidiche sono dotate di caratteristiche fisiche superiori e tempi di reazione più brevi rispetto alle poliesteri e alle vinile steri, ma il loro prezzo è più elevato
IL FORMULATO RESINOSO PER PAVIMENTI
Alternative ai prodotti tradizionali, le resine comprendono una serie di materiali che si utilizzano per rivestire e proteggere supporti di varia natura. Interni ed esterni, come cemento, metallo, pietra e legno.
Le resine conferiscono al materiale rivestito maggiore resistenza all’usura, impermeabilità, prevengono la formazione di polvere e consentono di ottnere un piacevole effetto estetico.
Le resine che interessano il settore edile si dividono in monocomponente e composite (bi componenti o tricomponenti). Con le prime si eseguono rivestimenti a film: idropitture, plastici, colle, guaine fluide, ecc. Con le resine composite si realizzano rivestimenti a spessore (autolivellanti e malte sintetiche o resino/cementizie) impiegati in pavimenti, pareti e coperture. Le resine composite si integrano con sostanze che è indispensabile miscelare al momento dell’uso.
Le resine, miscelate con particolari sostanze, dette catalizzatori o indurenti, formano masse in grado di solidificare a film o a spessore. La base è la parte che può essere colorata o trasparente e che contiene la resina in percentuale variabile. Può essere usata per diverse applicazioni, mentre l’indurente è l’elemento variabile, che deve essere scelto in funzione delle caratteristiche richieste al prodotto finito.
PERCHE’ IL PAVIMENTO IN RESINA
I pavimenti in resina sono:
- Resistenti ai graffi ed alle abrasioni: la resistenza all’usura dipende da diversi fattori simultanei quali durezza, forma granulometria della carica, cioè dei granulati incorporati in superficie (ad es. chips in gomma) e dell’indurente impiegato durante la posa;
- impermeabili: data la permeabilità ai liquidi e la permeabilità ai vapori dei pavimenti e dei rivestimenti occorre conoscere preventivamente la destinazione della pavimentazione. Presenza di umidità superficiale o capillare nel substrato, richiedono sistemi permeabili al vapore, o compatibili con l’umidità, ma non necessariamente un pavimento in resina impermeabile. La presenza di versamenti d’acqua o di altri liquidi necessita invece di un rivestimento impermeabile;
- antisdrucciolo: l’impiego di resine nello strato di finitura non è sufficiente a garantire caratteristiche antisdrucciolevoli al rivestimento. Data la loro impermeabilità all’acqua i pavimenti in resina sono scivolosi in presenza di liquidi. Per eliminare questo inconveniente e rendere antisdrucciolevole un rivestimento è necessario prevedere e realizzare una micro rugosità superficiale, ottenuta mediante una distribuzione uniforme sulla superficie di granuli duri, ottenuta prima con spolvero e poi per incastonatura sullo strato di finitura allo stato fresco. La scelta della rugosità va calibrata non solo in funzione del criterio della sicurezza, ma dipende anche su altri fattori, quali la possibilità di pulizia e il rischio di trattenere sporcizia;
- resistente agli urti: la resistenza all’urto di un pavimento in resina dipende principalmente dalla miscela resina/indurente, ma soprattutto dalla natura della resina. Talvolta l’aggiunta di granulati superficiali aumentano la deformabilità precedente alla rottura del rivestimento;
- forte adesione della resina al supporto: trattando accuratamente il supporto da rivestire si otterrà una forte adesione degli strati di resina al supporto, che garantirà una elevata resistenza meccanica superficiale e un consolidamento complessivo della pavimentazione: per questo motivo le pavimentazioni in resina sono adatte per i risanamenti di pavimentazioni danneggiate.
Inoltre sono:
- Monolitici: ovvero privi di giunti o scanalature (fughe) che sono ricettacoli di sporco.
- Ignifughi: privi di solventi
- Igienici: sono facili da pulire e quindi idonei per locali dove le cariche batteriche devono essere tenute costantemente sotto controllo oltre ad essere antipolvere.
- Inodori: sempre grazie alla loro igienicità, i pavimenti in resina evitano il formarsi di odori sgradevoli.
- I tempi di realizzazione sono molto rapidi.
- Applicabili anche su pavimenti preesistenti.
- Gradevoli esteticamente.
Tutto questo risponde al decreto ministeriale 18 settembre 2002
VARI TIPI DI PAVIMENTI IN RESINA
Film da 100 a 400 micron:
- Ciclo Poliuretanico a Film Sottile
- Ciclo Epossidico W a Film Sottile
- Ciclo Epossidico a Film Spesso
Multistrato da 1 mm a 3 mm:
- Ciclo Multistrato
Autolivellante da 2 mm a 4 mm:
- Ciclo Autolivellante Epossidico ad Alto Spessore
- Ciclo Autolivellante Epossidico Antistatico
- Ciclo Autolivellante Flessibile
Massetto da 5 mm a 10 mm:
- Massetto Epossidico ad Alto Spessore
DOVE IL PAVIMENTO IN RESINA
Industria
- Meccanica leggera
- Meccanica pesante
- Alimentare
- Agricola
- Farmaceutica
- Manifatturiera
- Stoccaggio e logistica
- Trasporto merci
- Segnaletica orizzontale
Centri Commerciali
- Negozi
- Concessionarie auto/moto
- Show rooms
Luoghi pubblici
- Comuni
- Auditorium
- Parcheggi
- Cinema
- Scuole
- Palestre
- Ambulatori
- Ospedali
Aree private
- Abitazioni
- Ambienti interni/bagni
- Porticati
- Box e autorimesse
- Cantine